Contenuti per adulti
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Un interno.
Scarno.
Un vecchio armadio. Aperto. Vuoto.
Una sedia sola. Spoglia.
Entro lentamente.
Lei è un’ombra. Sul fondo.
Le parlo piano.
Come se parlassi a me stessa.
Ero venuta a cercarmi:
una scatola di fotografie,
il profumo dei quaderni,
un foulard leggero
che sapeva ancora di pelle materna.
L’armadio.
Vuoto.
Vuoto di me.
Vuoto di te.
Non c’è più nulla.
Hai svuotato anche l’infanzia.
Caricata come fosse polvere.
Gettata via.
Non erano oggetti.
Non erano cose.
Erano vene.
E tu me le hai strappate.
Strappate.
Strappate.
Strappate.
–––
Una luce azzurra.
Il suono lontano del mare.
Sono in piedi.
Guardo un orizzonte che non esiste.
L’altro è di spalle.
Un gesto breve.
Una partenza.
Avevamo scritto una lista:
onde. Sabbia.
La vanità dei sognatori.
Un viaggio che odorava di futuro.
Eppure parti.
Parti senza me.
È lo stesso strappo.
Di allora.
Non dal mondo.
Da me.
Strappi via il mio desiderio.
Lo lasci cadere nel mare.
Come fosse niente.
Cos’altro volete strapparmi ancora?
Cos’altro?
Cos’altro?
Rimane poco.
Ma quel poco
è il mio cuore.
Il mio tesoro.
E quello
non lo avrete.
Mai.
–––
Ora. Un respiro.
Una luce più calda.
L’ombra di lei
mi si fa accanto.
Silenziosa. Protettiva.
Mi avete strappato tanto.
Ma non tutto.
Dentro di me resta un giardino segreto.
La sua voce.
La promessa dei miei sogni.
Il battito fragile che resiste.
E finché quel respiro rimane,
nessuno
potrà strapparmelo.
Nessuno.